“I won’t be a rock star. I will be a legend.” Freddie Mercury
Non sarò una rock star. Diventerò una leggenda.
La carriera
Considerato come uno dei più grandi cantanti nella storia della musica rock, dalla personalità eclettica e con straordinarie doti vocali, il cantante britannico ha rivoluzionato il ruolo del frontman sul palcoscenico con il suo stile poliedrico, eccentrico e innovativo.
Influenze culturali diverse, talento, creatività, perseveranza, propensione per il rischio e capacità di prendere le sconfitte con quella giusta dose di humour, un carattere introverso nella sfera personale, ma un vero e proprio “animale da palco” durante i concerti. Questo era Freddie Mercury.
La vincente collaborazione, durata per vent’anni, con gli altri membri della band Queen ha dato vita ad alcuni dei brani più famosi e importanti della storia del rock ed ha consacrato la band come una delle più innovative nel mondo del progressive rock.

Nomi e numeri
Freddie Mercury, all’anagrafe Farrokh Bulsara, nasce il 5 settembre del 1946 a Zanzibar. Muore all’età di 45 anni il 24 novembre del 1991 a Londra a causa di una broncopolmonite aggravate da complicazioni dovute all’AIDS.
Nato da genitori parsi (una comunità originaria della Persia tutt’oggi risiedente in India), frequenta la St. Peters school, un collegio britannico a Panchgani, 380 km a sud di Bombay, e mostra fin da subito passione per lo sport e per il pianoforte. Nel 1964 si sposta insieme alla famiglia nel Middlsex, nella periferia sud-ovest di Londra, dove comincia a suonare con una blues band chiamata Wreckage e a studiare graphic design presso l’Ealing College of Art.
Decisivo l’incontro con i musicisti di una band chiamata Smile, i due musicisti erano Roger Taylor e Brian May. Così avrà inizio una collaborazione vincente e duratura: nel 1971 si unisce l’ultimo membro John Deacon e nel 1973 l’album di debutto “Queen” si rivela come uno dei più sensazionali prodotti nella storia del rock.
“Years ago I thought up the name Queen… It’s just a name, but it’s very regal, and it sounds splendid. It’s a strong name, very universal and immediate. It had a lot of visual potential and was open to all sorts of interpretations. I was certainly aware of the gay connotations, but that was just one face of it.” Freddie Mercury
Anni fa pensai al nome Queen… È soltanto un nome, ma è molto regale e ha un suono splendido. È un nome forte, molto universale e immediato. Aveva un grande potenziale visivo ed era aperto a ogni tipo di interpretazione. Ero certamente consapevole delle sue implicazioni omosessuali, ma quello era solo uno dei suoi aspetti.
Già dai primi album la band emergenze riscosse successo, la volontà del cantante di innovare il più possibile il loro stile musicale culminò in uno di quelli che è considerato un capolavoro nella storia del rock: il singolo Bohemian Rapsody, inserito nell’album “A night at the opera” del 1975, esce come uno splendido crogiolo di stili diversi (dal rock, all’opera) e di sovraincisioni, ben presto diviene il simbolo della creatività del gruppo e la firma del talento e dell’originalità di Freddie Mercury. Il successo della band prosegue con due tour il The Game Tour e l’Hot Space Tour, a seguito del quale la band decide di prendersi un periodo di pausa in cui ciascun membro si dedica alla carriera da solista. Dopo circa un anno, nel 1983 la band si riunisce e ricomincia a girare il mondo, nel gennaio del 1985 la band partecipò al “Rock in Rio” suonando di fronte a 250.000 persone. I Queen furono la prima band ad inaugurare i concerti rock negli stadi.

Il 13 luglio 1985 i Queen partecipano al Live Aid (concerto benefico con lo scopo di ricavare fondi in favore delle popolazioni dell’Etiopia, colpite da una grave carestia) insieme ad alcuni degli artisti più importanti della scena internazionale. La loro performance di venti minuti al Wembley Stadium di Londra è ritenuta come una delle più memorabili e da molti considerata la consacrazione di Freddie Mercury a insuperabile frontman leggenda del rock.
Nel 1986 il Magic Tour per presentare l’album “A kind of magic” con l’ultimo concerto dal vivo di Freddie Mercury a Knebworth, un villaggio inglese nell’Hertfordshire; il 18 febbraio del 1990 il cantante fece la sua ultima apparizione televisiva in diretta ai BRIT Awards per ritirare il premio per il contributo dei Queen alla musica britannica.
Freddie Mercury on stage
“I personally just have a good time just fooling around on stage, and that’s why I’m not afraid to fall flat on my face… Coming up with some of the things I wear sort of over the top… They have an element of humor, which I hope comes across.” Freddie Mercury
Personalmente mi diverto a gironzolare sul palco, e questo è il motivo per cui non ho paura di fallire miseramente e cadere a faccia a terra….Venire fuori con le cose che indosso eccessive, esuberanti…hanno un non so che di umoristico, che mi auguro sia compreso.
Manto regale e corona sono il marchio di immagine più famoso di Freddie Mercury sul palco, ma gli outfit indossati dalla superstar possono far invidia anche ai più eccentrici stilisti di moda: dal look glam degli inizi (capelli lunghi, unghie smaltate, occhi truccati) agli anni ’70 con tutine aderenti a petto nudo, colori sgargianti e motivi geometrici; non mancano i look più sexy e aggressivi con abiti e accessori in pelle.
A curare i suoi look, la stilista Zandra Rhodes, che ha giocato in libertà con i cardini della moda maschile e femminile.
Uno degli outfit con cui il pubblico lo ricorda (così si presentò sul palco del Wembley Stadium al Live Aid) è il total white (simbolo di purezza, saggezza e verità, concetti cardine della religione zoroastriana, seguita dalla popolazione parsi): capelli corti, baffi folti, fisico asciutto ma muscoloso, pantaloni stretti bianchi e canottiera. Infine l’inconfondibile immagine di Mercury in stile Castro Clone (look lanciato dagli omosessuali dell’epoca residenti nell’omonimo quartiere gay di San Francisco): sneakers bianche, pantaloni aderenti bianchi con due strisce rosse e una dorata, maglietta bianca scollata e giacca gialla.
“A concert is not a live rendition of our album. It’s a theatrica event!”
Un concerto non è un’interpretazione del nostro album. E’ un evento teatrale!

Freddie Mercury e l’AIDS
Freddie Mercury sapeva della sua positività dal 1987 ma solo il 22 novembre del 1991, consapevole del suo stato terminale e della grande attenzione mediatica a lui dedicata, il cantante comunicò al modo di avere la malattia convocando nella sua casa Jim Beach, manager dei Queen. Questo il comunicato stampa che uscì il giorno dopo:
“Following the enormous conjecture in the press over the last two weeks, I wish to confirm that I have been tested HIV positive and have AIDS. I felt it correct to keep this information private to date to protect the privacy of those around me. However, the time has come now for my friends and fans around the world to know the truth and I hope that everyone will join with my doctor and all those worldwide in the fight against this terrible disease.” Freddie Mercury
In seguito alle disparate congetture diffuse dalla stampa nelle ultime due settimane, desidero confermare che sono risultato sieropositivo e di aver contratto l’AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere privata questa informazione fino a oggi per proteggere la privacy di quanti mi circondano. Comunque è giunto il momento di far conoscere la verità ai miei amici e ai miei fan e spero che si uniranno a me, ai miei dottori e a quelli di tutto il mondo nella lotta contro questa terribile malattia.
Il 20 aprile del 1992 si tenne al Wembley Stadium di Londra il Freddie Mercury Tribute Concert organizzato dai rimanenti componenti dei Queen per rendere omaggio alla carriera e alla vita del cantante. Vi parteciparono artisti internazionali quali: Metallica, Guns N’ Roses, David Bowie, Robert Plant, George Michael, Zucchero, Elton John, Lisa Stansfield, Annie Lennox, Elizabeth Taylor, Seal, Liza Minnelli. L’evento rappresentò un grande passo di sensibilizzazione nei confronti dell’AIDS. Vennero raccolti 12 milioni di sterline che furono in parte devolute al Terrence Higgins Trust (organizzazione di beneficenza britannica, attiva nel campo della lotta all’AIDS) in parte usate per dare vita all’associazione The Mercury Phoenix Trust, organizzazione di volontariato e di informazione che cerca di combattere l’AIDS in tutto il mondo i cui principali membri sono Brian May, John Deacon, Jim Beach, Mary Austin (ex compagna di Freddie Mercury) e Roger Meddows-Taylor.
Le canzoni
Tra i consigli d’ascolto: “Bohemian Rhapsody”, “Who wants to live forever”, “Somebody to Love”, “Under pression”, “I want to break free”, “The show must go on”, “Another one bites the dust”,”We will rock you”.
In un’intervista del 1986 Mercury così descrive il suo modo di comporre:
“I hate doing the same thing again and again and again. I like to see what’s happening now in music, film and theatre and incorporate all of those things.” Freddie Mercury
Odio fare le stesse cose ancora, ancora e ancora. Mi piace vedere cosa succede al momento nel panorama musicale, cinematografico e teatrale e incorporare tutte queste cose nella mia musica.
Musicista con influenze culturali diverse: primi studi musicali in India e la passione per le sonorità orientali della cantante Lata Mangeshkar, le esperienze con il rock britannico e l’ascolto di grandi artisti, tra i suoi idoli: Jimi Hendrix, John Lennon e Robert Plant, ma anche Liza Minnelli ed Elvis Presley.
Nel corso della sua carriera, Mercury ha spaziato tra i generi musicali più diversi: le varie correnti del rock tra cui, il progressive, l’art e il glam rock, l’heavy metal, il rock and roll al rock, ma anche sonorità più lontane dalla sua formazione, come, blues, gospel, ragtime, funk, folk, musica classica.
Consiglio la visione del film “Bohemian Rapsody”, omaggio cinematografico alla carriera del cantante e della band Queen, uscito nel 2018 e diretto da Brian Singer.

“I love the fact that I can make people happy, in any form. Even if it’s just an hour of their lives, if I can make them feel lucky or make them feel good, or bring a smile to a sour face, that to me is worthwhile.” Freddie Mercury
Mi piace il fatto di poter rendere felici le persone, in ogni forma. Magari solo per un’ora della loro vita, se riesco a farli sentire fortunati o farli sentire bene, o portare un sorriso su un viso amareggiato, questo per me significa che ne vale la pena.
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